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sempre più persone spinte verso il gioco d'azzardo dalla crisi |
A quanto pare in tempo di crisi solo giochi e scommesse reggono moltissimi infatti, forse complici le stangate in arrivo, si stanno sempre più orientando verso "l'investimento" delle lotterie e dei giochi di fortuna con una sorta di suicida "o la va o la spacca".
Questo almeno è quel che dicono psicologi e sociologi interpellati da Adnkronos che ha considerato il +21.6% alle spese per giochi e scommesse fatte registrare quest'anno. "Con la crisi, cresce la necessità di sognare e dunque anche di giocare", è l'opinione di Sabino Acquaviva sociologo, confermata dalla psicologa Gianna Schelotto: "E' una risposta all'ansia montante di rimanere senza soldi".
Il futuro naturalmente non prospetta nulla di meglio dato che la raccolta prevista di 90 miliardi di euro, ben più alta di quella fatta registrare per quest'anno (75 miliardi), sarà supportata dalla possibilità di giocare online anche in Italia e potrebbe far esplodere ancora di più il mercato.
"La crisi ha sicuramente creato una situazione di grande ansia - continua Gianna Schelotto - Un'ansia montante, quella di restare senza soldi, che si cerca di risolvere anche comprando un biglietto della lotteria o giocando online. Ma al di là della speranza di realizzare una grossa vincita in denaro, c'è anche una sorta di inconsapevole reazione all'impotenza.
La crisi crea in tutti un senso di impotenza, perché si ha la netta e giustificata sensazione che non si possa fare niente per risolverla, che si sia perso il controllo della situazione, impotenti davanti allo scatenarsi degli eventi negativi. Specie di fronte a una crisi economica più speculativa che produttiva, più finanziaria che reale. Una simile congiuntura colpisce tutte le categorie: gli uomini come le donne, i giovani come gli anziani, i laureati come chi ha un basso titolo di studio, chi ha un posto fisso e chi svolge un'attività imprenditoriale o commerciale.
Si avverte che la crisi non solo non è ancora finita, ma che non c'è neanche la sicurezza che presto finisca. Di fronte a questo senso di impotenza l'atto di giocare, di scommettere, equivale a fare comunque un gesto, un'azione per liberarci dalla sensazione che non ci sia nulla da fare se non aspettare passivamente.
E' un modo, magari un'illusione, per sentirsi comunque parte attiva".
In pratica non basta più approfittarsi del lavoro, ora speculano anche, e sempre di più, sui sogni.
Per chi volesse approfondire ricordiamo due articoli pubblicati nei giorni scorsi
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